“Arci per tuttə” sono le parole scelte dall’Arci per declinare la campagna di tesseramento 2022-2023. Un desiderio di moltitudine che ha preso il via il primo ottobre scorso.
L’utilizzo della “ə” è per Arci molto importante, lo è per un cambio di paradigma nel linguaggio usato. La “ə” per sottolineare che il linguaggio ha bisogno di trovare una nuova forma di genere, per approfondire una riflessione sul linguaggio inclusivo, strettamente legato al tema dei diritti, perché le nostre scelte linguistiche raccontano chi siamo.
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“Arci per tuttə” è un messaggio di inclusività e accoglienza di ogni tipo di diversità, una delle peculiarità che ha sempre caratterizzato i 65 anni di storia dell’associazione e la sua rete di circoli in tutta Italia, per schierarsi ancora una volta in modo netto rispetto al tema dei diritti che oggi, dopo la vittoria elettorale della destra, si sente con ancora più urgenza.
Arci intende contribuire ad un dibattito sull’uso del linguaggio, dinamico e in continua evoluzione, a partire dal superamento dell’uso del maschile sovraesteso, per accompagnare il processo di inclusione, uno dei temi cruciali per il nostro futuro, per il nostro stare insieme, per le relazioni tra le persone.
Per animare la discussione sul raggio d’azione e gli orizzonti culturali dei circoli Arci e e sociз, da sempre un argine alle disuguaglianze e alle discriminazioni, in una fase politica che rischia di farci tornare indietro di decenni.
“Arci per tuttə” per aprire un confronto con l’esterno, associazioni, movimenti, forze politiche, sull’uso del linguaggio, diventato sempre più terreno di conflitto, sul quale non si può restare in silenzio, dove si gioca la partita della difesa dei diritti sociali e civili: Arci vuole raccontare la realtà nel rispetto di tuttз, provando a comprendere la complessità e agendo nel presente.
L’ammirevole scopo è far sentire la loro voce insieme a tantз altri, per tornare ad essere una moltitudine per una vera alternativa di società.
Perché tuttз si sentano a casa in Arci.