La prigione a cielo aperto di Assamaka

L’Algeria continua ad essere artefice di brutali deportazioni nei confronti dei migranti. Dopo essere stati abbandonati nel “Point 0” dalle autorità algerine, i migranti percorrono venti chilometri a piedi per raggiungere il confine nigerino. Stremati, cercano riparo all’interno delle strutture di assistenza, le quali diventano sempre più affollate. “È una situazione senza precedenti che richiede una risposta umanitaria urgente” è l’appello di Medici Senza Frontiere.

Zeynab Jalalian: da 15 anni in prigione per “Inimicizia contro Dio”

Zeynab Jalalian: prigioniera politica detenuta ingiustamente da 15 anni. L’accusa è il “reato di inimicizia contro Dio”, chiamato mohabareh. Le sue condizioni di salute peggiorano sempre di più a cause delle continue negazioni di cure mediche specialistiche da parte delle autorità. Le accuse di “inimicizia contro Dio” con conseguenti condanne a morte non rappresentano un provvedimento raro della Corte giudiziaria islamica, tanto da essere uno tra gli strumenti di controllo ed oppressione del regime iraniano. Lo vediamo nel caso degli arresti dei partecipanti alle proteste scoppiate in seguito alla morte di Mahsa Amini.

Francesco Pio Maimone: l’ennesima morte tra le vittime innocenti della mafia

Lunedì a Napoli è stato ucciso a colpi di pistola il diciottenne Francesco Pio Maimone. Il carnefice è un suo coetaneo, accusato di omicidio aggravato da modalità mafiose, in quanto componente di una famiglia camorrista. Particolarmente simbolico è il tempismo di questo tragico evento, avvenuto a ridosso del 21 marzo, Giornata nazionale per la commemorazione delle vittime innocenti della mafia.

Iran: il crimine della danza per l’emancipazione

Cinque ragazze sono state arrestate, trattenute per 48 ore e costrette a pentirsi in un video per aver ballato in pubblico e senza indossare l’hijab. Gli arresti legati alla danza in pubblico non rappresentano una novità sul territorio islamico. Un altro esempio infatti è la coppia arrestata dopo la pubblicazione di un video in cui ballavano nella piazza centrale di Teheran, gesto a sostegno dell’ondata di manifestazioni scoppiate in seguito alla morte di Mahsa Amini. Il regime totalitario iraniano ha reagito nei confronti delle proteste attraverso una repressione violenta, si pensa infatti che gli ultimi episodi di avvelenamento delle studentesse nelle scuole iraniane siano proprio legati alle modalità di controllo sociale attuate dalla Repubblica islamica.

Una comunità migrante anti-migranti: aumenta il razzismo contro i subsahariani in Tunisia

Crescono violenza e discriminazioni contro i subsahariani in Tunisia a seguito delle dichiarazioni razziste del presidente Kais Saied. A causa del forte clima di terrore, le associazioni che rappresentano i rifugiati neri in Tunisia chiedono ai migranti subsahariani di non uscire se non per emergenze. Organizzazioni internazionali come l’Ua condannano l’incitamento all’odio razziale di Saied, mentre figure dell’estrema destra europea come Eric Zemmour appoggiano la politica anti-migratoria del presidente tunisino. Politica che risulta quasi paradossale, essendo i tunisini una comunità migrante, soprattutto in relazione all’Italia.