“Secondo l’Istat oltre il 50% della fascia dei giovani dagli 11 ai 17 anni riporta di aver subito un episodio offensivo o violento da parte di altri ragazzi o ragazze durante l’anno” (fonte: agensir.it). Il bullismo, negli ultimi anni, è diventato una vera e propria piaga della società, soprattutto con l’avvento della tecnologia, che ha dato vita al cyberbullismo.
In una scuola superiore di Latina, è stato girato un cortometraggio dal titolo “Vorrei essere Belen”. Il video ha il duplice obiettivo di dare forza alle vittime del bullismo e di dimostrare a coloro che partecipano attivamente alle violenze fisiche e verbali gli effetti che le loro azioni possono avere sui soggetti più fragili. Il regista Fausto Petronzio si è ispirato a tre storie reali: quella di Andrea Spezzacatena, conosciuto come “il ragazzo dai pantaloni rosa”; quella di Carolina Picchio; quella di Gabriele Corazza, che interpreta il protagonista del cortometraggio.
Il cortometraggio ci mostra la tipica scuola superiore dei nostri tempi: smartphone, ragazzi che si baciano nei corridoi, social network. Gabriele è un ragazzo magro, con i capelli lunghi e un viso dai lineamenti delicati. Il giovane ha un vero talento nell’imitare la showgirl Belen Rodriguez mentre si filma con il suo cellulare. E’ un ragazzo un po’ sui generis, non solo per quanto riguarda il suo aspetto fisico, ma anche per la sua grande sensibilità, considerata un’anomalia dagli altri. Un giorno, il cellulare di Gabriele finisce nelle mani sbagliate. Il seguito è facilmente immaginabile: diffusione del video, risate, crudeli prese in giro e violenza fisica.
Ma il giovane Gabriele Corazza è forte, e non si piega. Alla fine del video, insegna a tutti noi un’importante lezione sul bullismo e le sue conseguenze. Troppi ragazzi sono morti per un video diffuso su internet, con la convinzione che il suicidio fosse l’unica soluzione. Andrea, Carolina, e tanti altri.
Chiunque, senza eccezioni, può diventare vittima di bullismo, perché esso non conosce etnia, sesso o religione. D’altra parte, chiunque (anche i ragazzi a cui sono stati trasmessi i giusti valori) può diventare un carnefice. Il cortometraggio di Petronzio mostra quello che accade “dall’altra parte”, cosa succede alle vittime delle risate e delle parodie. Perché un giorno tutto ciò non accada più.
Veronica Suaria