Bundesliga e Coronavirus: in quella che può essere considerata la partita più difficile per l’Europa e per il mondo intero, il calcio tedesco prova a spezzare l’equilibrio con l’audace decisione di ritornare in campo.
Il rischio di un nuovo aumento dei contagi in questa fase è molto alto e questa mossa potrebbe rivelarsi, a detta di molti (esperti e non), un clamoroso autogol. D’altronde, quando una squadra alza troppo il baricentro rischia di subire un rapido contropiede dagli avversari, ma è pur vero che spesso, specie nelle partite più decisive e complicate, è proprio una giocata spregiudicata a sbloccare il risultato. Quel che è evidente è il bisogno della gente di ritornare alla normalità al più presto dopo mesi di paura, un processo lento e graduale al quale il calcio non potrebbe che giovare.
Le opinioni degli addetti ai lavori
È proprio questa l’opinione di molti dirigenti sportivi tedeschi e di personalità del calibro di Hasan Salihamidžić, d.s. del Bayern Monaco, e di Lothar Matthäus. Il campione del mondo 1990, che aveva incantato le tifoserie di Bayern e Inter, in una recente intervista ai microfoni di Sky Sport ha definito il calcio una vera e propria “medicina per la psiche”, sottolineando l’importanza dell’esempio della Bundesliga per gli altri campionati europei.
Il parere della comunità scientifica
Le dichiarazioni del capitano tedesco, pienamente condivise anche dal nuovo tecnico dell’Herta Berlino, Bruno Labbadia, hanno provocato una pronta risposta dell’epidemiologo Karl Lauterbach, scagliatosi contro la decisione, a sua vista motivata da finalità esclusivamente commerciali, di far ricominciare la competizione. Tali esternazioni hanno, a loro volta, ricevuto pesanti critiche da autorevoli personalità del mondo sportivo tedesco, tra le quali spicca il nome di Rudi Völler. Il bomber di Werder Brema, Roma e Leverkusen ha infatti messo in discussione la veridicità delle affermazioni di Lauterbach, sottolineando quanto fosse sbagliato considerare necessariamente veritiere le affermazioni di molti esperti basandosi esclusivamente sulla loro fama nella comunità scientifica. Questo appunto si è dimostrato purtroppo fondato durante la pandemia a causa dei pareri, talvolta discordanti, degli esperti che hanno spesso contribuito ad aumentare la confusione e lo smarrimento della popolazione.
La voce delle tifoserie
A precedere la ripresa della Bundesliga non sono mancate neppure le proteste delle tifoserie organizzate tedesche, unite nella condanna della decisione della Deutsche Fußball Liga volta, dal loro punto di vista, a tutelare esclusivamente le società sportive e i giocatori, senza alcuna attenzione per i tifosi e per la popolazione. In particolare, la scelta della federazione di sottoporre i giocatori di ciascuna squadra a tamponi è stata tra le più criticate dall’opinione pubblica e addirittura considerata un’oltraggiosa sottrazione ai danni della popolazione e dei ceti più a rischio. Nonostante ciò, a partire da sabato 16 maggio la Bundesliga è finalmente ritornata in campo regalando, fin da subito, emozioni e match degni di nota.
Una partenza da urlo in atmosfere surreali
Di certo, l’assordante assenza delle tifoserie e i nuovi protocolli di sicurezza in campo hanno contribuito, insieme all’iniziale smarrimento dei calciatori dopo due mesi di stop, a creare un’atmosfera particolare durante la prima giornata di ripresa. Assistere a partite del calibro di Borussia Dortmund – Schalke 04 o del “Der Klassiker” senza il calore dei tifosi e delle coreografie mozzafiato è uno spettacolo inusuale tanto quanto l’impossibilità di un giocatore di festeggiare un gol sotto la propria curva.
Per sopperire, almeno in parte, all’assenza del cosiddetto “tredicesimo uomo”, alcuni club hanno posizionato sugli spalti le fotografie dei propri tifosi, come nel caso del Bayern Leverkusen, o addirittura delle sagome (Borussia Mönchengladbach), anche se quel silenzio assordante sembra non aver impedito agli attaccanti di tornare al gol (ben 113 reti nelle prime 4 giornate) stabilendo nuovi record (Robert Lewandoski, bomber polacco della capolista Bayern Monaco, dopo la doppietta rifilata il 30/05 al Fortuna Düsseldorf ha segnato a ciascuna squadra della Bundesliga).
Pro e contro del calendario “estivo”
La ripresa del campionato sembra aver addirittura dato una svolta decisamente positiva alle prestazioni di giocatori che, nella prima parte di stagione, non avevano collezionato grandi risultati. E se all’inizio c’era incertezza perfino su come esultare, dopo la prima partita non sono mancati i primi abbracci né gli “high five” dati con i gomiti o con i piedi. E chissà se, abituandosi a questo clima surreale, qualcuno inventerà una nuova esultanza per strappare il sorriso ai propri tifosi e, in generale, a tutti i telespettatori.
Ciò che è certo è che le nuove norme sanitarie durante i match hanno sensibilmente diminuito la quantità di proteste con l’arbitro, dribbling e contrasti, portando però ad uno spettacolare incremento dei passaggi totali e dei falli tattici.
Il picco di infortuni?
Nonostante l’estensione del limite di sostituzioni a partita (da 3 a 5), e dunque la possibilità di gestire al meglio la rosa a disposizione, i lunghi mesi di stop, la breve preparazione atletica ricominciata a partire dalla seconda settimana di aprile, l’aumento delle temperature e soprattutto un calendario così pieno e stringato hanno causato un maggiore affaticamento dei giocatori e, di conseguenza, un esponenziale picco di infortuni, circa 59 in appena 3 giornate. Un trend che rischia quindi di aumentare con il caldo dei mesi estivi, aggiungendo un ulteriore ostacolo per la lenta e problematica ripresa del calcio anche negli altri stati europei.
Bundesliga e coronavirus: Come funziona il protocollo sanitario?
Le istruzioni emanate dalla Task Force guidata da Christian Seifert, CEO della Deutsche Fußball Liga, riguardano innanzitutto tre aree principali: il comportamento che i giocatori devono rispettare nel proprio ambiente domestico, il corretto svolgimento degli allenamenti secondo le norme di distanziamento sociale e le partite negli stadi. Secondo l’amministratore delegato della lega tedesca è infatti fondamentale che il rispetto delle regole sanitarie inizi dalla quotidianità di ciascun giocatore, per poter poi essere d’esempio a tutta la popolazione.
Il protocollo prevede efficaci strategie per garantire il distanziamento degli atleti e dei membri degli staff che vanno dall’utilizzo di più spogliatoi per evitare assembramenti all’organizzazione di turni per la doccia al termine degli allenamenti, riservando, come estrema ratio, l’uso di mascherine anche sul campo nel caso in cui fosse impossibile garantire la quotidiana disinfezione o il distanziamento obbligatorio all’interno delle strutture. E cosa fare se un giocatore risultasse positivo al COVID-19? In questa eventualità, il team di Seifert ha predisposto l’isolamento del soggetto e l’immediato tracciamento di tutti i possibili contatti per poi passare il testimone al Ministero della Salute.
Una riduzione del personale negli stadi
Per quanto riguarda invece i match ufficiali, il protocollo ha previsto la suddivisione degli stadi in tre aree (interno, spalti ed esterno) al cui interno può esserci un numero massimo di persone. Nel particolare, l’area interna, comprendente il campo da gioco, l’area tecnica dell’allenatore, le panchine, il tunnel d’ingresso e gli spogliatoi, può ospitare un massimo di 98 tra giocatori, staff, medici, addetti al VAR e addetti alla sicurezza, mentre gli spalti, con un massimo ponderato di 115 persone, sono predisposti per i dirigenti delle due squadre, giornalisti, telecronisti, troupe televisive (in numero ridotto), vigili del fuoco e personale sanitario e di sicurezza.
Il maggior dispiegamento di forze di polizia è infine assegnato all’area esterna per evitare eventuali assembramenti delle rispettive tifoserie.
No a qualsiasi tipo di contatto
All’interno della guida, disponibile sul sito ufficiale della Bundesliga e sul relativo canale Youtube, insieme alle indicazioni per la corretta sanificazione degli impianti sportivi è anche ribadito il divieto alle strette di mano, a qualsiasi tipo di cerimonia d’ingresso, alle foto di squadra, alle mascotte e soprattutto all’ingresso dei bambini accanto ai giocatori.
Fino a quando?
Un’ultima grande novità riguarda le conferenze stampa pre e post-partita. Saranno da svolgere virtualmente per evitare qualsiasi tipo di contatto. Inoltre, è prevista la predisposizione di più autobus per squadra al fine di garantire il rientro delle squadre nelle rispettive sedi sociali evitando ogni possibile assembramento. Ma fino a quanto durerà tutto questo? Christian Seifert sembra essere sicuro sulla possibilità che tali misure restrittive perdureranno almeno fino ai primi mesi del 2021, prima dei quali sembra davvero difficile ipotizzare una riapertura degli stadi al pubblico.
Nell’attesa che il calcio ricominci anche in altri paesi europei, non resta che attendere gli sviluppi di quello che si preannuncia il secondo tempo di una partita da ribaltare, sperando in un finale degno del Liverpool di Steven Gerrard nella finale di Champions League del 2005.
Alessandro Gargiulo