Una ricerca proveniente dal Brigham and Women’s Hospital di Boston è stata pubblicata ieri su JAMA Pediatrics, la ricerca individua una correlazione tra il dormire poco e la propensione di alcuni adolescenti a prendere rischi, mantenere stili di vita dannosi e persino tendenze autodistruttive (compresa una maggiore propensione al suicidio).
La ricerca si è basata sui dati risultanti dai censimenti sui comportamenti a rischio nella gioventù, un questionario che viene distribuito dal CDC ogni due anni a scuole pubbliche e private. I ricercatori guidati da Matthew Weaver, che è dottore di ricerca presso il Dipartimento sul sonno e i disturbi circadiani del suddetto ospedale, hanno avuto quindi a disposizione un enorme mole di dati, hanno utilizzato quelli di 67615 studenti delle superiori raccolti in otto anni tra il 2007 e il 2015.
Le ore minime necessarie di sonno per ragazzi di quell’età sono considerate essere otto, i dati hanno mostrato che se questi comportamenti rischiosi e dannosi crescono in chi non raggiunge la soglia, in chi sta addirittura sotto le sei ore di sonno l’impennata è spaventosa.
Innanzitutto che tipo di domande ci sono nel questionario? Le domande relative al prendere rischi sono collegate soprattutto al guidare (se ce ne fosse bisogno ricordo che negli USA la patente si prende a 16 anni) , ad esempio guidare senza la cintura allacciata e guidare ubriachi, ma anche all’essere coinvolti in risse. Per quel che riguarda i comportamenti a rischio l’indagine interroga i ragazzi su fumo, uso di alcool e di droghe. Infine altre domande erano sull’umore, sul sentirsi felici o depressi e sull’aver considerato il suicidio.
Qualche cifra sui risultati: in realtà solo il 30% dei ragazzi ha dichiarato di dormire almeno otto ore, ma quelli che ne dormono meno di sei hanno mostrato una propensione addirittura doppia all’uso di alcool, tabacco, marijuana e altre droghe e a guidare sotto l’effetto di alcool.
Ma la correlazione più forte è risultata essere quella con i disturbi dell’umore, i ragazzi che dormono meno di sei ore hanno rivelato una tendenza addirittura tripla, rispetto ai virtuosi del sonno, a considerare il suicidio e addirittura quadrupla a tentarlo davvero e finire in trattamento per questo. Anche se su quest’ultima correlazione mi verrebbe da fare la battuta: sono depressi e inclini al suicidio perché dormono poco o dormono poco perché sono fortemente depressi? I dati sono abbastanza impressionanti, se la mancanza di sonno non è una causa va almeno considerata come un sintomo di problemi importanti.
I ricercatori concludono che bisognerebbe indagare tutti i fattori che portano i ragazzi a dormire poco, se alcuni dipendono da loro (come il tempo davanti allo schermo) o al limite dai loro genitori, altre cause potrebbero essere l’ora di inizio delle lezioni, le scadenze dei compiti, le attività extra-scolastiche.
Roberto Todini