Tutto ciò che c’era da creare è già stato creato, la storia è stata scritta e non c’è più spazio per nuovi pensatori, sperimentatori e coraggiosi artisti. Questo è il pensiero comune che serpeggia in ognuno di noi appena si accenna a parlare di arte. Questo perché tutto ciò che riguarda un qualsivoglia ambito culturale è così pieno zeppo di luoghi comuni, frasi di circostanza e pensieri soporiferi da aver ingombrato tutto lo spazio e non ne lascia di nuovo. Se si parla di arte, trattiamo di un argomento di nicchia; fare arte è roba da intellettuali sopraffini.
contemporary art of azerbajan (pagina facebook)
E se, semplicemente, non fosse così? Se tutto è già stato scritto, cosa rimane da fare? Bè, per esempio, continuare a raccontare. Arte è tante cose, ma tutte ne rappresentano, nelle loro svariate forme, una: la necessità di espressione. Un bisogno di fare emergere un lato umano nascosto o non ben identificato, di comunicare qualcosa, che si tratti poi del senso profondo dell’esistenza o di un effimero atto di bellezza, dipende dalla nostra soggettività.
robgonsalves official (pagina facebook)
I grandi della storia dell’arte ci hanno lasciato un’eredità incredibile, dalla quale in molti hanno provato ad attingere, anche ai nostri giorni. Tuttavia questa eredità non soddisfa le esigenze di dare un contributo, di lasciare una testimonianza, un tentativo di eternità, per fortuna: ci sono storie curiose di artisti in tutto il mondo che ancora ci provano a raccontare le loro storie, nel modo a loro più consono, dando un volume al loro pensiero.
pawelkuczynski.com
Forse queste sono tutte cose conosciute e ovvie, ma come la maggior parte delle ovvietà, lasciate in disparte. L’invito più sentito e sincero da offrire è, dunque: continuare a esplorare, a scoprire, ad apprezzare; anche solo tentare. Perché, tutto sommato, forse l’arte non è qualcosa di inaccessibile, di impraticabile, di poco comune. Forse è il caso di pensare che arte sia, tra le varie e innumerevoli cose, un modo per restare umani e comunicarlo al mondo.
Gea Di Bella