Facebook è una delle forme di socializzazione e di comunicazione più utilizzate e quasi tutti, quasi tutte lo conosciamo almeno un po’. Chi effettua l’iscrizione per essere incluso o inclusa all’interno del social, deve riempire dei campi, deve quindi dichiarare qualcosa di sé. Tra i punti che facebook indica, c’è quello che fa riferimento alla “situazione sentimentale” dell’utente, che può essere compilato oppure no, ma che comunque resta un’informazione che nessuno può utilizzare, eccetto il diretto interessato o la diretta interessata.
Ma a quanto sembra, all’ Orangita Books questo importante diritto deve essere sfuggito: il 23 aprile scorso la suddetta associazione culturale, ha pubblicato un catalogo contenente un lunghissimo elenco di Donne accomunate dal loro essersi dichiarate single su facebook. Da non crederci: tra Monza e Brianza sono 700 le ragazze presentate all’interno del catalogo che le propone come fossero macchine o scarpe mentre nelle zone di Lecco le ragazze selezionate e presentate nell’e-book, che costa poco meno di sette euro, sono 1.218.
Pur se non amanti della numerazione di Persone, in questo caso ci appare doveroso riportarla per rendere l’idea del meticoloso ed impegnativo lavoro che l’Orangita ha effettuato.
Un catalogo in cui appaiono nomi di Donne che non sanno nemmeno di essere in vendita, di essere consigliate come fossero delle bevande e di essere considerate oggetto da dover destinare a uomini che ne facciano buon uso.
Alzi la mano chi sostiene che sia stata raggiunta la parità; alzi la mano chi sbuffa davanti ad articoli o a testimonianze di Donne arrabbiate, offese e stanche; alzi la mano chi non trova necessaria l’introduzione, ad iniziare dalla scuola, di un’educazione al rispetto e del superamento di limiti dati dalle differenze di genere. Ed alzi la mano chi non crede che la Donna venga ancora strumentalizzata, umiliata e sminuita: come se fosse nata per accontentare e soddisfare l’uomo e come se da sola non valesse né potesse vivere.
“Il catalogo delle donne single“, un gesto gravissimo quello compiuto dall’Orangita Books che secondo Adriana Ventura, consigliera di parità della Provincia di Lecco, di cui il Corriere della Sera ha riportato le parole, non è detto sia esente da provvedimento penale: anche se rese pubbliche, le dichiarazioni delle donne, non erano passibili di divulgazione né tanto meno di catalogazione.
Un altro colpo, un’altra delusione, un altro sgambetto per chi ogni giorno, nel piccolo e nel grande, lotta affinché le donne vivano liberamente e liberamente, come gli uomini, possano muoversi, lavorare, crescere, realizzarsi… ed avere un profilo facebook senza correre il rischio di ritrovarsi all’interno di un catalogo per uomini in cerca di donne.
Talmente impensabile da non sembrar vero e talmente grave da non poter essere sottovalutato come spesso si è fatto. “L’umanità è maschile e l’uomo definisce la donna non in quanto tale ma in relazione a se stesso; non è considerata un essere autonomo”, afferma(va) Simone de Beauvoir.
Quando si racconterà di un’umanità che sia uomo, donna e persona prima di tutto, in cui ognuno, ognuna possa essere come se stesso e come se stessa desidera, senza rischi e senza obblighi e senza impedimenti? Quando? Se la Donna, in un modo o nell’altro, in un posto o in un altro, viene sempre venduta, comprata, suggerita e commercializzata.
E la chiamavano parità. E continuano, ostinatamente, a chiamarla parità.
Deborah Biasco