Sicilia e Sardegna bruciano, di nuovo, quest’anno. A distanza di pochi giorni, da fine luglio ai primi di agosto, le due isole sono state vittime di incendi di vasta portata che hanno provocato la distruzione di migliaia di ettari di vegetazione, l’evacuazione di centinaia di persone e, in Sicilia, la morte di tre persone. Ma quali sono le vere cause degli incendi al Sud-Italia? E’ lecito parlare di eventi imprevedibili ed eccezionali?
In Sicilia, tra il 24 e il 25 agosto, la città di Palermo è circondata dalle fiamme. Poche settimane dopo, il 6 agosto, la Sardegna brucia da Nord a Sud, oscurando il cielo. Nonostante la situazione sembri sotto controllo, è proprio questo il momento di chiedere risposte. Non è la prima volta e purtroppo non sarà l’ultima. Autocombustione, piromania, dichiarazioni delle istituzioni che vorrebbero i roghi in Sicilia un evento ‘imprevedibile’, ‘ragioni’ che insabbiano le vere cause di questa tragedia. La pluralità di interessi, complessa e stratificata, che sta dietro agli incendi al Sud-Italia, non può più essere un tabù.
Sicilia, i cittadini fanno rete e chiedono risposte
I fuochi che hanno interessato la Sicilia a fine luglio, non sono purtroppo una novità. Ogni anno, nelle giornate più calde e di forte vento, vengono appiccati incendi in diverse parti dell’isola. Quest’anno si stima la presenza di circa 400 roghi diversi . La Sicilia ha bruciato contemporaneamente in più zone, avvicinandosi anche alle abitazioni. Questo è accaduto ad esempio in provincia di Palermo a Sferracavallo, Borgo Nuovo e Mondello . Centinaia le persone sfollate, tre le vittime. Si stimano danni per 260 milioni di euro per 700 ettari di superficie boschiva e 3000 ettari di superficie urbana colpiti. Inoltre, gli incendi hanno interessato anche la discarica di Bellolampo a Palermo, rilasciando nell’aria un quantitativo di diossina 35 volte superiore ai limiti massimi consentiti. I dati sono ora in calo (Arpa Sicilia).
Siamo stanchi di sentir parlare di calamità naturali, siamo stanchi di sentire che gli incendi sono causati dalle alte temperature. Lo sono prima di tutto i cittadini che vedono la loro terra e le loro case in fiamme e che chiedono risposte da parte di chi li governa. Nei giorni successivi al disastro, hanno preso vita nel capoluogo siciliano delle assemblee spontanee in cui i cittadini stessi si sono riuniti, accomunati dalla volontà di prendere posizione, fare chiarezza su quanto accaduto e su quanto accade ogni anno in Sicilia. Il coordinamento Basta incendi nasce dal basso, dalla volontà comune di agire per la comunità e per il territorio. Da piccolo gruppo di ragazzi si è trasformato in un movimento che nelle ultime due settimane ha unito circa 300 persone, che hanno partecipato a cortei ed assemblee cittadine, una di queste davanti la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana (A.R.S).
Persone che chiedono risposte, chiarezza, piani di prevenzione alle istituzioni e che decidono di stare in prima linea per aiutare chi gli incendi li subisce in prima persona. Supporto legale e piscologico, mediazione tra cittadini ed istituzioni, piani di prevenzione e di intervento in caso di nuovi incendi, questo ciò che il coordinamento si propone e sta già attuando.
Nato come assemblea spontanea ed aperta, Basta incendi ha l’obiettivo di crescere, accogliere studiosi, professionisti, raggiungere associazioni, fare rete regionale e nazionale. A tal proposito, il coordinamento auspica la realizzazione di una manifestazione nazionale, al fine di chiedere risposte alle istituzioni e che le stesse si assumano le proprie responsabilità.
Gli incendi al Sud-Italia, la molteplicità delle cause
«Gli incendi attuali in Sardegna sono verosimilmente una manifestazione di appetiti e interessi criminali, come dimostra il fatto che sono tutti, o per la maggior parte, sia lungo le coste o nelle aree interne, localizzati in settori di elevato valore ambientale e paesaggistico sottoposti a tutela e vincoli»
-Laura Cadeddu
Laura Cadeddu è la presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale, sezione Sardegna. Dalle sue parole emerge un quadro chiaro della situazione devastante, lontano dalla retorica sensazionalistica degli eventi. Mano criminale dell’uomo, non piromania. Precisi interessi, spesso difficili da identificare nella loro complessità. Interessi di natura economica quindi, che alimentano questa becera dinamica distruttrice ed assassina. Stefania Murranca, direttrice del servizio Antincendio del Corpo Forestale sardo, fa riferimento anche alle dinamiche di vendetta tra privati, nonché agli interessi dei forestali stessi.
La realtà dei fatti è, a ben vedere, molto complessa. Innegabile la dolosità degli incendi e l’esistenza del conflitto di interessi, plurimi, che vi stanno dietro. E’ ora che le istituzioni, colpevoli di negligenza, attuino un piano di prevenzione, facciano chiarezza su cosa, e soprattutto su chi ricadano le responsabilità di quanto accaduto. Non solo in Sicilia o in Sardegna, non solo quest’anno. Non può più essere un allarme stagionale, una questione su cui dibattere soltanto a luglio e ad agosto. Bisogna agire, bisogna alzare la voce. Siamo stanchi, ma è una stanchezza mista a rabbia, è la stanchezza di chi non riesce più a far finta di niente.
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