“Mario era il figlio che ogni mamma desidera avere. Non mi ha dato mai nessun problema di nessun genere. Mai. Non aveva problemi di droghe o alcol, mi portava gli amici a casa, le fidanzatine. Tranquillo. Quando veniva a casa era la nostra gioia. Ci portava solo sorrisi. Raccontava tutto quello che gli era successo nella sua giornata. Ti dico questo, non perché sono la mamma, te lo possono confermare tutti. Era bellissimo, non aveva problemi di donne, non aveva bisogno di soldi. Ha iniziato a lavorare giovanissimo e provvedeva a se stesso. L’ultima conversazione in chat con la sorella, era di gioia, stava riuscendo a diventare regista, una piccola cosa, ma quello era il suo sogno. Per lui non c’era nulla di impossibile. Era il nostro orgoglio. Non era amato, ma di più . Lui sapeva di essere molto amato ed era felicissimo”
“Abbiamo fiducia nel lavoro della procura di Palermo”
Ci eravamo lasciati così, queste le ultime parole di Santina, madre di Mario Biondo, in un’intervista rilasciataci a fine luglio. Poco è cambiato da allora. Non è cambiata la posizione degli inquirenti spagnoli, ma nemmeno la forza e la disperata determinazione nel cercare giustizia, della famiglia del 30enne palermitano, trovato morto nella sua casa in Spagna nel maggio del 2013.
I FATTI:
Mario Biondo, viene ritrovato nella sua casa di Madrid, impiccato alla libreria. Intorno al collo, aveva una pashmina. Gli inquirenti Spagnoli parlano da subito di suicidio. Le indagini sono frettolose e condotte in modo grossolano. I tentativi di insabbiamento e i depistaggi, sono il leitmotiv di tutto l’iter giudiziario. Eppure, osservando la scena del “delitto” ci si rende subito conto che, non c’era bisogno di Agatha Christie per capire che, di delitto si trattava. Anche il peggiore dei detective, si sarebbe potuto accorgere, di una serie di madornali incongruenze. Vediamo quali.
La posizione del corpo
Mario Biondo, viene ritrovato con il corpo “appoggiato” palesemente alla libreria. Le ginocchia non erano piegate come dichiarano gli spagnoli, i piedi sono appoggiati a terra. Un graffio sul braccio e dei lividi sulle gambe. Il corpo non “penzola“. In quella posizione, nessuno muore per impiccaggione. Ma cosa provoca la morte nell’impiccato? Due le conseguenze di una impiccaggione : rottura delle ossa del collo o soffocamento. Escludendo il primo caso, Mario, sarebbe morto per soffocamento. Questa la tesi degli “Spagnoli“. Ma, la tesi non regge, è per un motivo molto semplice. Una persona soffoca perché si stringe il nodo attorno al collo, ma vive se riesce a non penzolare. Mario ha i piedi per terra, è alto, non poteva procurarsi la morte in quel modo, anche se avesse voluto. Mario Biondo ha delle Ipostasi sulla schiena, incompatibili con chi muore in quel modo. In particolare, le sue ipostasi dimostrano che è stato sdraiato per diverse ore. Solo successivamente è stato appeso alla libreria.
I segni sul collo
È stato ampiamente dimostrato che, ad uccidere Mario non sarebbe stata la pashmina. Sul suo collo, ci sono due segni. Uno è della pashmina, ma l’altro, quello che gli è costato la vita, è compatibile con il segno lasciato da un filo HDMI.Un solco profondo. Di cosa si tratta? Il filo HDMI, è un filo che si trova in quasi tutte le apparecchiature. Serve per collegare Dvd, Blu Ray, consolle e qualsiasi altro dispositivo al televisore. Mario giocava, come tanti ragazzi, alla play station. Ci giocava spesso, e come tutti i giocatori, non staccava mai il cavo HDMI che collega la TV alla consolle. Non avrebbe senso. Eppure il cavo era staccato al momento del rinvenimento del corpo.
La libreria
Ammettendo per un momento che fosse tutto vero, che il ragazzo si fosse davvero impiccato alla mensola della libreria, come avrebbe fatto a non far cadere nulla dalle mensole? È semplicemente assurdo. È morto per soffocamento, qualsiasi essere senziente, a cui togliamo l’aria, si dimena, anche uno che “sceglie” di togliersi la vita. Il corpo reagisce così, fa di tutto per restare in vita, anche se chi lo “abita“, decide diversamente. Ebbene, nella stanza, accanto al corpo di Mario, dalle mensole della libreria, non è caduto niente. Eppure, qualche mensola più su, c’erano delle piume ornamentali, nemmeno quelle sono cadute. Mettiamo per assurdo che Mario non si fosse dimenato. Il peso del suo corpo, avrebbe sicuramente tirato giù qualcosa. Invece no. Come si spiega? Semplice, Mario è stato “appoggiato” alla libreria in rigor mortis. Successivamente lo hanno appeso tenuto con la pashmina.
La ferita sull’arcata sopraccigliare
C’è un particolare inquietante, venuto fuori quando i Pm italiani sono riusciti ad ottenere le foto dalla polizia scientifica spagnola . Uno degli agenti intervenuti sul posto, sposta i capelli dalla fronte di Mario. La scena viene immortalata dai fotografi. Ebbene, dalle foto, si evince che, Mario ha una ferita da corpo contundente sulla fronte. Dalla ferita c’è sangue raggrumato. Non può esserselo fatto da solo. Qualcuno l’ha colpito.
Il posacenere
Immaginiamo per un attimo che Mario sia in quella stanza in preda al panico. Ha preso una decisione dalla quale non si può tornare indietro, ha deciso di compiere il gesto estremo per antonomasia. È chiaramente nervoso, va avanti e indietro per la stanza e… cosa fa una persona nervosa se tra l’altro è anche accanito fumatore? Come minimo fuma! Nella stanza c’è il posacenere appoggiato sul tavolo. Accanto al posacenere ci sono le sigarette e l’accendino. Ma, il posacenere è vuoto. Nemmeno un mozzicone. È stato addirittura ripulito. Il posacenere vuoto è un elemento fondamentale, vediamo perché.
L’ipotesi
Per gli inquirenti spagnoli è suicidio. Solo per loro. Per i periti di parte, per i familiari e qualsiasi altra persona di buon senso, si tratta di omicidio. Ed è chiaro come la luce del sole che qualcosa non quadra. Troppe incongruenze, troppa “fretta” di chiudere il caso, troppi elementi che ci raccontano una storia totalmente diversa da quella che ci hanno propinato in Spagna. Mario ama troppo la vita per privarsene. Ha sogni e progetti in procinto di realizzare. E soprattutto ha una famiglia che lo adora. Quella in Italia. L’unico cruccio di Mario, sono i sospetti che nutre nei confronti della moglie. Quella sera Mario era a casa e cercava su siti “particolari“, una “prova“. “Qualcuno” non voleva la trovasse. Forse Mario quella sera ha avuto un diverbio con “qualcuno”. Forse, questa persona lo ha tramortito con un oggetto contundente. Lo ha (o lo hanno) strangolato con il cavo HDMI. Ecco perché il cavo era staccato dalla TV ed avvolto su se stesso. Mario Biondo era incosciente quando è stato strangolato. Questo spiegherebbe anche perché non aveva la lingua penzolante, caratteristica di chi muore per impiccaggione. Successivamente, quando era già in rigor mortis, è stato appoggiato alla libreria per simulare il suicidio. Mario sapeva. E chi sa troppo, è pericoloso e deve essere messo a tacere.
“Non capisco perché si stia perdendo tanto tempo prezioso” ci dice Santina, ed aggiunge: ” Le foto del ritrovamento del corpo di mio figlio urlano giustizia. La Procura di Palermo, nelle due rogatorie ha chiesto mappature e tabulati di mio figlio e della vedova. Perché hanno inviato i tabulati solo di mio figlio? Perché se la magistratura spagnola è convinta che si sia trattato di suicidio, non collabora accogliendo le richieste dei nostri PM? È evidente che, il loro comportamento, collaborativo a metà, fa sorgere molti dubbi, e la certezza che la magistratura spagnola stia tentando di coprire gli errori commessi”. È molto amareggiata Santina, ne ha per tutti: “per non parlare della inesistente collaborazione della ‘Vedova‘, che addirittura si è opposta alla nostra richiesta di riapertura del caso in Spagna”. C’è da dire che è molto singolare il comportamento di Raquel. Santina è convinta che nella foto qui sotto, scattata appena due mesi dopo il ritrovamento di Mario Biondo, la vedova stia esultando per aver appreso la notizia della chiusura del caso come suicidio.