C’è vita su Marte? Prima e dopo Ziggy aka David Bowie, è il mondo stesso a porsi questo interrogativo.
La letteratura fantascientifica e i continui progressi nel mondo della scienza aerospaziale, sono quasi esclusivamente catalizzati sui misteri del Pianeta Rosso e le possibilità di poterlo un giorno abitare.
Ma se non è ancora stata accertata l’esistenza di molteplici forme di esistenza su Marte, è possibile di esso, ascoltare il suono della sua alba.
La ricerca arriva quasi in contemporanea con il recente successo della missione Insight ed è stata condotta da due scienziati, di cui uno è italiano. Il Dott Domenico Vicinanza, Direttore del gruppo di ricerca Sound and Game Engineering (Sage) della Anglia Ruskin e la Dott.ssa Genevieve Williams, sono riusciti a isolare alcune frequenze da una serie fotogrammi scattati dal rover Opportunity della Nasa, durante la 5.000ª alba sul pianeta Marte.
Un’operazione resa possibile grazie ad un sistema chiamato; Image sonification, con cui gli scienziati hanno potuto analizzare e studiare al meglio i diversi aspetti riguardanti il suolo, il clima e la salute.
Dopo aver annunciato la fine delle operazioni di Opportunity la Nasa ha deciso di riprodurre l’insieme delle frequenze ricavate, con lo scopo di celebrare la 5.000 alba catturata dal rover.
Gli scienziati hanno dunque reperito tutte le informazioni riguardanti; luminosità e colore, combinandoli con l’elevazione del terreno. Successivamente hanno impiegato degli algoritmi per assegnare un’altezza e una tonalità specifica a ogni singolo elemento. Il risultato è stato la riproduzione di una musica che, oltre al particolare campo di vibrazioni e forme d’onda che la compongono, possiede un suono pulito e affascinante.
Mars Soundscapes, questo il nome della musica di Marte è stato presentato in anteprima mondiale dalla Nasa alla Supercomputing SC18 Conference a Dallas; pare che sia stato persino possibile sentire il suono dell’alba, utilizzando dei trasduttori vibrazionali sulle mani.
Lo sfondo più scuro produce delle armonie tranquille, mentre i suoni più brillanti e alti vengono creati dalla sonorizzazione di un disco solare luminoso. Un fattore questo che permette l’utilizzo dell’image sonification per molte funzioni, tra cui: lo studio della superficie e l’atmosfera di un pianeta; l’analisi dei cambiamenti climatici e le eruzioni vulcaniche.
“In medicina, sostiene il Dott. Vicinanza, può fornire nuovi metodi per analizzare la comparsa di certi suoni e colori, cosa particolarmente utile nella diagnostica per immagini. Su Marte, può essere impiegata per registrare che suono ha l’alba sul Pianeta Rosso. E si può sentire al meglio in cuffia con gli occhi chiusi.”
Oltre al piccolo ed ennesimo orgoglio italiano, la conquista sonora di Marte è un grande passo nello studio sulle diverse forme di energia del pianeta e del sistema solare: passano le stagioni, passano i rover, ma i suoni non moriranno mai. Se solo David Bowie potesse ascoltarla!
Fausto Bisantis