Un neuroscienziato si prende gioco di tre predatory journal sottoponendo loro un articolo “ispirato” alla saga di Star Wars. Neuroskeptic, neuroscienziato e blogger per la rivista di divulgazione Discovery, ha ideato un piano tanto semplice, quanto efficace per smascherare questo tipo di riviste. Ha scritto un articolo che nessuna rivista scientifica avrebbe mai accettato. Per capire esattamente ciò di cui stiamo parlando, sarà bene spiegare come funziona il mondo dell’editoria accademica.
La ricerca scientifica
Supponiamo abbiate avuto un’idea brillante. Mettete quindi alla prova la vostra idea tramite degli esperimenti seguendo delle rigide procedure, esperimenti che confermeranno (o meno) la bontà di questa idea. Supponiamo che i vostri esperimenti abbiano dato i risultati sperati e che dunque siate ansiosi di condividere le vostre scoperte con il resto del mondo. Cosa fare?
La revisione paritaria
Il prossimo passo consisterà nel tentare di pubblicare la vostra ricerca. Però stiamo parlando di scienza, per cui è necessario che la vostra ricerca sia prima corretta da qualcuno che ne capisce. Vi rivolgete, quindi, ai vostri pari, colleghi di tutto il mondo che, grazie al loro talento, dirigono o sono nel comitato editoriale di riviste specialistiche, pronti a leggere i vostri articoli, revisionandoli e invitandovi – se necessario – ad apportare delle modifiche. Questo sistema di correzione prende il nome di “revisione paritaria” (o peer review).
Il far west editoriale
Generalmente, queste ricerche vengono effettuate dai docenti delle università. In realtà, la carriera dei docenti è legata al numero delle loro pubblicazioni. La pressione che gli accademici subiscono per questo motivo viene indicata con l’espressione inglese “publish or perish” (letteralmente, pubblica o muori). Infatti, specialmente all’inizio della loro carriera, i ricercatori cercano di pubblicare il più possibile per accrescere la propria reputazione e attirare altri finanziamenti per i loro progetti di ricerca.
Can’t make this up. I stung @MedCraveOnline with my Star Wars paper. They deleted it but now “Monica Chortle” invites me to submit to them! pic.twitter.com/LTolZmx8GX
— Neuroskeptic (@Neuro_Skeptic) 24 luglio 2017
I predatory journal
Gestire una rivista scientifica comporta dei costi e gli editori ricorrono a diversi modi per mantenerle. Tra questi, si può far pagare l’accesso agli articoli o richiedere il pagamento di una “tassa” per la pubblicazione. Questa tassa prende il nome di article processing charge (APC) o publication fee. Questo metodo è utilizzato in particolare dalle riviste open access, ovvero che non fanno pagare l’accesso gli articoli. Alcune di queste riviste puntano sulla pressione esercitata dal meccanismo publish or perish e sulla visibilità che un articolo gratis può dare per pubblicare qualsiasi cosa senza nemmeno operare la minima peer review, chiedendo in cambio esclusivamente il pagamento dell’APC. Per questo, tali riviste vengono chiamate predatory open access journal, poiché a caccia di articoli da pubblicare, indipendentemente dalla qualità.
Star Wars VS Predator
Per smascherare i predatory journal, Neuroskeptic ha scritto un articolo, teoricamente sui mitocondri (organelli cellulari presenti negli organismi eucarioti), copiato dalla relativa pagina di Wikipedia, sostituendo la parola “mitocondrio/mitocondri” con “midi-chlorian”, le forme di vita intelligente alla base della vita nell’universo di Star Wars. Gli articoli, inoltre, sono firmati da Lucas McGeorge (riferimento a George Lucas, il padre di Star Wars) e Annette Kin (Anakin Skywalker al femminile, altrimenti noto come Darth Vader/Dart Fener). Il diavolo, però, si nasconde nei dettagli: nella nota numero 7 viene esplicitamente detto che l’articolo è stato copiato e scritto cambiando le parole originali usando dei sinonimi, poiché lo scopo non era di capire se queste riviste usassero un software per rilevare i plagi, ma se si abbassassero a pubblicare ricerche ridicole. Può bastare? No! Perché l’ultima pagina parla della leggenda sith di Darth Plagueis il Saggio!
Ci sono cascate?
Le riviste interessate sono state ben nove. Di queste, tre hanno rifiutato l’articolo e una ha semplicemente considerato “midi-chlorian” come refuso, invitando a riproporre l’articolo. In un caso i revisori si sono accorti del riferimento a Star Wars, invitando a riproporre l’articolo dopo aver inserito il riferimento agli studi di Lucas et al. (1977), Palpatine et al. (1980), e Calrissian et al. (1983) – l’ideatore e due personaggi della saga. Le altre tre hanno pubblicato l’articolo così com’è, mentre l’ultima rivista ha accettato l’articolo chiedendo 360 dollari per la pubblicazione. In seguito, alcune lo hanno ritirato, altre no. Poiché, però, la realtà supera sempre la fantasia, il dottor Lucas McGeorge ha ricevuto l’invito a far parte del comitato editoriale di una rivista.
Come difendersi?
In realtà, il mondo scientifico dispone di alcune contromisure per difendersi dai predatory journal. Le riviste scientifiche vengono classificate sulla base di un indicatore chiamato “fattore di impatto” (impact factor; IF), basato sul numero medio di citazioni ricevute in un anno. Questo sistema non è certamente perfetto, ma è il meglio che abbiamo. Inoltre, come ricorda Neuroskeptic stesso, questo non dimostra che il sistema di revisione paritaria sia pessimo, ma come certe riviste che si definiscono peer review, in realtà, non lo sono. La mia fiducia nella scienza rimane intatta. E la vostra?
Davide Camarda