Nonostante la ridondante cantilena degli ultimi mesi anche l’ultimo mito della resistenza anti-renziana è crollato: la base appoggia l’ex premier fiorentino.
La sfida ora si sposta nei gazebo dove però la vittoria del Matteo più famoso d’Italia sembrerebbe scontata, con percentuali che secondo molti esperti non andranno lontane da quelle bulgare.
Renzi porterà innovazione, speranza, giovinezza, governabilità ed altre decine di concetti rassicuranti, meglio se espressi in inglese.
Ah, quasi dimenticavo: anche la probabilissima sconfitta del Pd alle urne. Molti democratici non si sono resi conto che, nonostante l’indiscussa capacità comunicativa, la leadership dell’ex premier in ultima analisi non ha particolarmente convinto il Paese. Paese che ha espresso già numerosi segnali in questa direzione.
Renzi è l’unico che può traghettarci alla vittoria
L’effetto 80 euro è durato pochissimo, il referendum è stato bocciato e i diciottenni, oggi nella fascia più disaffezionata al Partito Democratico, non si sono fatti comprare con 500 euro in buoni cultura. Per i feticisti dei sondaggi inoltre ci sono numerose rilevazioni che quantomeno confermerebbero il crollo verticale rispetto all’ultima chiamata simile ai seggi elettorali, le europee del 2014: dal 40 a meno del 30 per cento.
C’è poi l’incognita dei malumori interni al partito dove, in caso di riconferma di Renzi, sembrerebbe essere pronta per salpare verso i lidi dell’arcipelago della sinistra italiana una nuova nave di scissionisti, causando un ulteriore (e forse fatale) indebolimento della struttura.
Compagni democratici! Nonostante l’impietosa analisi non bisogna temere di sbattere la testa contro il muro, siamo l’avanguardia di questa nazione! Poco importa se la scelta frammenterà, solleverà perplessità e non verrà ciecamente seguita dal popolo. Il progresso deve essere in grado di andare oltre, di superare qualsiasi orizzonte, di schiarire le tenebre opponendo il lume della ragione all’imbarbarimento delle masse.
Non ci sbagliamo mai, il futuro ci appartiene.
Li consolerà che se la storia non dovesse dare loro ragione potranno comunque chiamare questo suo lasso di tempo «medioevo».