Le richieste del Gruppo di Firenze al ministero dell’Istruzione
Il Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità era salito agli onori della cronaca l’anno scorso con l’appello contro il declino della lingua, sottoscritto da oltre 700 docenti. In questi giorni è tornato a far sentire la sua voce. Il 7 febbraio scorso ha presentato alla ministra Fedeli un documento riguardante le “Possibili linee di intervento del Ministero sul problema dei docenti inadeguati“.
Per dirigere questa spinosa questione gli insegnanti e i dirigenti scolastici del gruppo hanno elaborato nove punti, preceduti da una premessa. Per avere una scuola meritocratica è necessario colpire gli impreparati. Perché “la strategia […] di premiare i “migliori” senza avere il coraggio di intervenire sui peggiori, è sbagliata“. Tale metodo non innalza la qualità dei docenti, crea frustrazione in tanti buoni insegnanti che non vedono riconosciuto il loro merito e soprattutto “è molto difficile stabilire criteri condivisi per individuare i più bravi, mentre tutti sanno (genitori e colleghi) quali sono gli impresentabili“.
Punire chi non sa fare il proprio lavoro
Per fare ciò è innanzitutto necessario “disporre di un quadro attendibile della situazione di fatto, ovvero del numero dei docenti inadeguati (quelli che non dovrebbero restare in cattedra), ma anche dei dirigenti non all’altezza del loro ruolo. È importante però distinguere tra chi ha avuto gravi o ripetuti comportamenti scorretti incompatibili con la tutela degli studenti (piano dell’etica professionale) e chi è gravemente deficitario quanto a capacità (piano della competenza professionale)“. Per l’ultimo caso bisogna “rendere praticabile l’esonero dall’insegnamento con assegnazione ad altro ruolo“, anche se in assenza di problemi psichiatrici. L’esonero è temporaneo se si ritiene possibile un recupero in seguito ad adeguati corsi.
Per quanto riguarda le sanzioni, è richieste maggior severità, oltre a collaborazione e sostegno ai dirigenti scolastici, ad esempio nella stesura dei provvedimenti. L’interesse della scuola dovrebbe prevalere: vietato difendere i docenti sanzionati. Per le mancanze disciplinati gravi, dimostrate da prove, il Gruppo di Firenze chiede “in modo rigoroso” l’apertura del procedimento disciplinare e l’immediata adozione della sanzione del licenziamento, “senza attendere l’esito dell’eventuale procedimento penale“. Per punire gli incompetenti bisogna anche fare in modo che “l’Avvocatura dello Stato sostenga molto di più i dirigenti che devono affrontare dei processi“.
Non solo punizione, ma anche prevenzione
I docenti del gruppo suggeriscono anche dei modi per fare prevenzione, inserendo delle nuove sanzioni per le negligenze minori, come “penalizzazioni nel punteggio per le graduatorie interne e ai fini del trasferimento, mancati o ritardati aumenti retributivi, impedimenti a ricoprire altri ruoli (dirigente, ispettore)”. Inoltre “ai dirigenti che non sanzionano, specialmente in casi di gravi o reiterate mancanze, dovrebbero essere contestate le loro omissioni, che danneggiano la qualità della scuola“.
Per sanzionare bisogna controllare, per cui l’ottavo punto del documento chiede di “aumentare in tempi rapidi la consistenza del corpo ispettivo; valutare la possibilità di selezionare allo scopo dirigenti e insegnanti in pensione, almeno come coadiutori”.
Camilla Gaggero