Stato d’emergenza nazismo a Dresda: l’eterno ritorno dell’orrore 

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Lo stato d’emergenza nazismo è stato proclamato ieri a Dresda. La capitale del Land tedesco della Sassonia. La maggioranza del Consiglio Comunale ha ritenuto che non fosse rimasta altra via per contrastare i gruppi di estrema destra che ultimamente seminano odio e violenza in maniera sempre più dirompente nella città.

L’amministrazione locale farà fronte all’emergenza concentrandosi sulla protezione delle minoranze più bersagliate da questa nuova ondata anti-democratica. Sarà inoltre cura delle autorità locali dedicarsi al rinforzo e alla diffusione della cultura democratica quotidiana.

Non manca chi considera l’approvazione di questa delibera come un gesto meramente simbolico, se non del tutto errato – in particolare ci si riferisce al partito Cristiano-democratico -. Tuttavia, l’incubo di una nuova diffusione di ideologie estremiste di matrice nazista in Germania, ha indotto la maggioranza del Consiglio a non sottovalutare il problema.

Cosa sta succedendo a Dresda?

Dresda è dunque in stato d’emergenza nazismo. La cosa stupisce senz’altro ma, a ben vedere, ci si può stupire solo fino a un certo punto. D’altronde, è proprio a Dresda che è nato e cresciuto Pegida. Il movimento anti-immigrazione e anti-islam che ha sostenuto e portato al successo nelle ultime elezioni regionali il partito tedesco di estrema destra AfD.

Inoltre, appena un mese fa, questa capillare diffusione dell’ideologia neonazista, si è tradotta in un gravissimo attentato alla  Sinagoga di Halle. Un neonazista ventisettenne, ha fatto irruzione armato nella Sinagoga durante i riti dello Yom Kippur ed ha iniziato a sparare.  L’uomo è riuscito ad uccidere due persone. Se la polizia non fosse intervenuta tempestivamente avrebbe potuto fare una strage. 




Contro il nazismo, con ogni mezzo

Purtroppo, quello appena riportato non è l’unico episodio grave a cui si potrebbe fare riferimento. E proprio in virtù di questo non si comprende per quale motivo si dovrebbe andare per il sottile nell’affrontare il problema. Forse è vero che queste nuove manifestazioni di razzismo e di anti-democraticità non costituiscono il preludio del nuovo Terzo Reich. Ma perché mai non si dovrebbe riconoscere che violenza e antisemitismo sono sinonimi di nazismo?

Prima di diventare il capo della Germania nazista, anche Adolf Hilter militava in gruppi paramilitari di estrema destra che seminavano terrore e violenza nelle città tedesche del dopo guerra.

Abbiamo già scoperto di cosa è capace un uomo ciecamente fedele ad un’ideologia disumana quando nessuno ha il coraggio di dire basta. Sottovalutare il germe dell’odio che si diffonde è dunque un errore che non possiamo permetterci.

Livia Larussa

 

 

 

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