Karen Carpenter aveva tutto quello che una ragazza potesse desiderare. Era bella, intelligente, ricca e famosa. La ragazza aveva fondato i Carpenters nel 1969, insieme al fratello maggiore Richard.
In Italia poche persone conoscono i Carpenters, forse perché gli anni Settanta (quando il gruppo spopolò in tutto il mondo) da noi erano gli anni dei cantautori. Eppure Karen Carpenter e suo fratello ebbero un impressionante successo in Paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra, il Giappone e l’Australia. Nel 1969, mentre Jimi Hendrix incendiava la sua chitarra sul palco di Woodstock, la diciannovenne Karen e il ventiduenne Richard avevano appena firmato un contratto con la casa discografica A&M Records.
Seguirono anni di fama e riconoscimenti, anni durante i quali era impossibile non incappare nei Carpenters, sbeffeggiati dai critici musicali perché troppo “puliti”. Insomma, la musica stava cambiando, tra i Kiss, i Rolling Stones e Bob Marley; il pop rassicurante dei Carpenters era considerato “out” dai giovani dediti all’acid rock e alle droghe pesanti. Tuttavia, Karen e Richard Carpenter riuscirono a conquistare una vasta fetta di pubblico. Nonostante il mondo stesse andando in malora, c’era ancora gente che credeva nell’amore e nei buoni sentimenti. Nel 1972, il duo fu invitato da Richard Nixon alla Casa Bianca, dove si esibirono cantando “Top of the world”. Ed erano veramente sulla cima del mondo, tant’è che il Presidente Nixon parlò di loro come “la giovane America al suo meglio”.
Richard era un eccellente pianista, ma la vera stella era Karen, la cui voce calda e dolce era capace di mandare in estasi chiunque si fermasse ad ascoltare le sue canzoni. La voce di Karen Carpenter, paragonata dai media a quella di un angelo, trasmetteva una sofferenza talmente intensa da fare male. Karen soffriva di anoressia nervosa, una malattia poco conosciuta allora.
Nessuno scoprirà mai le ragioni che spinsero la cantante ad affamarsi sempre di più, arrivando a pesare solo 34 chili. Forse un’infanzia passata tra la goffaggine e il sovrappeso. Oppure una madre asfissiante, ma allo stesso tempo poco affettuosa, che le preferiva apertamente Richard. O ancora lo stretto controllo che quest’ultimo esercitava sulla vita professionale della sorella, impedendole di suonare la sua amata batteria. In fondo, negli anni Settanta, una ragazza che suonava la batteria era considerata un’anomalia. Senza contare che Karen, con il suo scarso metro e sessantatré di altezza, non era visibile dietro una batteria, e il pubblico voleva vederla.
La vita di Karen Carpenter, apparentemente perfetta, in realtà doveva essere un autentico incubo. Un incubo nascosto da un perenne sorriso a trentadue denti. Una famiglia anaffettiva, un matrimonio finito male, l’impossibilità di esprimere se stessa artisticamente: tutte situazioni che Karen non riusciva a gestire. Negarsi il cibo doveva essere una consolazione per lei, l’unica cosa che riusciva a controllare. L’anoressia nervosa è considerata la “malattia delle brave ragazze”, che si fanno in quattro per accontentare gli altri e non deludere le loro aspettative. La sua fame d’amore e approvazione portò Karen alla morte prima di compiere 33 anni. Ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone desiderose di rendere omaggio ad un’artista che si era sempre considerata “una batterista che cantava”.
Nel 1983, con la morte di Karen Carpenter, l’anoressia mostrò al mondo il suo volto impietoso. Karen fu seppellita nella cripta di famiglia, con l’epitaffio “una stella sulla Terra, una stella in Cielo”. Sono passati trentatré anni dalla sua morte, e c’è ancora molta gente che la ricorda, perché la musica è capace di rendere eterna una vita. E la musica di Karen Carpenter può far emergere questa straordinaria donna e artista dall’oblio a cui è stata condannata per tanti anni.
non credo lei abbia mai ascoltato un soli disco di karen, altrimenti non avrebbe ristretto la vita di una donna in poche righe piene di banalitá. ci sono paesi dove è ancora ricirdata ed amata e a distanza di anni io e molti altri non smettiamo di ascoltarla e preferirla alla mandria di papere urlanti dei giorni nostri.
Ah no, mi dispiace smentirla, ma ascolto i Carpenters dall’infanzia e ogni volta che ne parlo in Italia mi rispondono “chi?”
Non intendevo restringere la vita di una donna a “poche righe di banalità”, stavo solo cercando di capirla. Potrei citarle ogni canzone dei Carpenters, le conosco tutte e ho visto tutti i loro documentari. Ha ragione, le ” cantanti” di oggi non sono minimamente paragonabili a lei. Per quanto riguarda la “banalità”, mi dispiace veramente, ma stavo cercando di guardare la sua vita da un punto di vista diverso da quello ” si è ammalata per essere magra e bella”. Buona giornata.
Ho visto solo oggi questo post e ti ringrazio !
In Italia siamo effettivamente pochi a conoscere Karen e ad amarla visceralmente !
Per quanto mi riguarda, seguo i Carpenters dal lontano 1973, sono stato iscritto al loro International Fan Club (finchè è durato) e mi ritengo piuttosto ferrato sull’argomento…
E’ ovviamente molto difficile condensare una vita in poche righe, ma non mi pare tu abbia sbagliato il bersaglio.
Mi permetto di consigliare, se ancora non l’avessi letto, l’ottima biografia di Randy Schmidt (uno dei più noti fans Americani) intitolata LITTLE GIRL BLUE ed ordinabile su Amazon. Interessante, ma inferiore alla prima, la recente SOME KIND OF LONELY CLOWN di Joel Samberg. Schmidt è anche l’autore di una antologia di articoli apparsi sulla stampa anglo-americana, YESTERDAY ONCE MORE: THE CAPENTERS READER.
Su internet invece, la migliore fonte di notizie rimane lo spazio dedicato ai Nostri sul sito di irriducibili collezionisti dei dischi A&M: www. forum.amcorner.com
E per finire, hai ascoltato la magica voce della giovane cantautrice inglese HARRIET (www.harrietsmusic.com) ? Ti sembrerà che Karen sia tornata tra noi…
Piero
Sono io che devo ringraziarla. Grazie per aver apprezzato il mio articolo, sono contenta che le sia piaciuto. Ho letto Little Girl Blue, e mi ha dato una visione più ampia della vita di Karen. Per quanto riguarda Harriet, adesso sono curiosa di ascoltarla! Ho apprezzato molto il suo commento, non sono sola in Italia! Ho sempre pensato di essere nata nel decennio sbagliato, e i Carpenters (Karen in particolare) non fanno altro che confermarlo. Vorrei tanto tornare indietro nel tempo… Buona giornata!
In un album di chitarra solo di qualche anno fa, Pat Metheny, straordinario chitarrista e compositore americano, ha dedicato ai Carpenters una struggente versione di Rainy days and mondays . Consiglio a tutti gli appassionati di ascoltarla. Trovo straordinario anche il brano Close to you, diventato un vero e proprio “standard”
Grazie per l’articolo, spero aiuti a non perdere il ricordo di Karen.
Segnalo qui che In un album di chitarra solo di qualche anno fa, Pat Metheny, straordinario chitarrista e compositore americano, ha dedicato ai Carpenters una struggente versione di Rainy days and mondays . Consiglio a tutti gli appassionati di ascoltarla. Trovo straordinario anche il brano Close to you, diventato un vero e proprio “standard” .
Bellissimo articolo….brava brava brava
Ultima Voce e l’autrice ringraziano per l’apprezzamento. Un saluto.
complimenti . ottimo tributo ad una grandissima artista che tutt oggi ascolto e riascolto senza stancarmi mai .
Grazie mille! È sempre bello sapere che anche in Italia ci sono molti fan dei Carpenters, ma soprattutto di Karen.
Karen è stata una delle migliori cantanti in assoluto. La sua bellezza, ma soprattutto la sua voce ha fatto innamorare tutto il mondo musicale. Quando ho voglia di sentire della vera musica, della vera voce melodica…unica, ascolto Karen che mi gratifica l’animo e mi incoraggia a vivere. Grazie Karen di essere esistita!!!
Un Angelo che ci ha deliziato con brani senza tempo e che ancora oggi illuminano i nostri cuori a volte stanchi e malinconici.Sarai sempre tra di noi Karen e io ti ascolterò fino alla fine dei giorni.Grazie ❤️
Un avviso a tutti i pochi (ma buoni) fans che capiteranno ancora su questa pagina: se ancora non l’avete fatto, correte ad ordinare il recente libro di Schmidt “CARPENTERS: AN ILLUSTRATED DISCOGRAPHY”. Innanzi tutto…una gioia per gli occhi, con decine di fotografie anche a piena pagina, alcune delle quali inedite. Poi, per ogni album, oltre a note tecniche, troverete vari commenti di Karen & Richard, una breve rassegna di giudizi (spesso non entusiastici…) tratti da riviste musicali dell’epoca, e la discussione di un gruppo di ascolto, sempre diverso e composto da vari esponenti del mondo discografico anglo-americano, su tutti i brani contenuti.
Il bello è che in qualche gruppo fanno capolino RUMER e HARRIET, considerate le eredi di Karen, che dimostrano una conoscenza non certo superficiale dei suoi dischi…anche loro due vere fans !!! Questo libro festeggia degnamente il 50° anniversario dei Carpenters !!!