I Mgtow e la nuova misoginia

In Inghilterra, nasce il preoccupante movimento Mgtow -Men going their own way- , ovvero “uomini che vanno per la loro strada”, un fenomeno che il brillante umorismo inglese non ha tardato a definire Sexodus.

Quello che anima i membri di questa anacronistica e incoerente comunità è la volontà di prendere le distanze dalle donne. Donne come compagne, come mogli, come fidanzate.

Ma come mai gli inglesi (e non solo) ce l’hanno tanto con l’altro sesso? E soprattutto, dove si rintanano nelle loro divertentissime serate women – free?

L’alternativa alla conquista, al corteggiamento, alla cena, al cinema, insomma a tutto quello che c’è dietro il frequentarsi, è la serata davanti alla console elettronica o al computer, la birreria, la discoteca dove rimorchiare donne esclusivamente occasionali. E se proprio quella sera non ti va bene con nessuna, puoi sempre chiamare la tua friend with benefits, o, per noi italiani, la volgare “scopamica”.

pinterest.com

Il problema è che dietro tutta questa voglia di libertà, si nascondono ansia, rabbia, frustrazione: emozioni che non si sono fermate in Inghilterra, ma che hanno conquistato anche Australia, USA e Italia. Qui sono nate piattaforme come Maschile Radicale dove un certo Eric scrive: “mi considero un MGTOW in quanto la mia filosofia è: niente matrimonio, niente convivenza, niente donazioni di sperma, niente regali costosi”.

Ho letto insulti e infami banalità sull’altro sesso, ho scovato, tra le righe di mgtow.com (in inglese, perché la versione in italiano è imbarazzante, tradotta a malapena con google translate)  un’aggressività mista a perfida ironia. E l’assoluta incapacità di introspezione di chi usa questa piattaforma per sfogarsi delle proprie storie andate male.

Non che i “siti per donne” ci vadano leggeri, è chiaro. C’è sempre l’altra faccia della medaglia da considerare.

Ma quando leggo il manifesto dei Mgtow, capisco che qui ci stiamo spingendo un po’ oltre perché non si parla più di sfogo personale, ma di istigazione all’odio e alla derisione. Tant’è che se navighi nel sito e clicchi sul pulsante per dichiararti donna, si apre una pagina creata appositamente per sbeffeggiarti con su scritto “O mio Dio che carina.”

E le donne, nella realtà distorta di questi esemplari maschili, sono diventate esseri pericolosi “soprattutto nelle relazioni occasionali. Potresti svegliarti una mattina e trovarti falsamente accusato di stupro”, meglio starsene da soli. L’uomo Mgtow ha una scelta davanti a sé: prendere la pillola blu (quella di Matrix) e illudersi di vivere una realtà ideale, o avere il coraggio di prendere quella rossa (sempre di Matrix) e aprire gli occhi sullo sfacelo che le donne hanno prodotto sulla loro vita.

Menomale che c’è Matrix a salvare questi uomini infelici, ringraziamo di cuore Lana e Andy Wachowski.

Il problema grande a monte, che si concilia e forse si spiega con lo strutturale egocentrismo maschile, è l’incapacità di guardare oltre sé stessi, di vedere che come un uomo si lamenta delle donne per tutto ciò che le rende tali, altrettanto le donne possono lamentare degli uomini. Ci sarà sempre un’incomunicabilità fisiologica con l’altro sesso, non per questo bisogna evitare il dialogo e il confronto. Altrimenti si torna a qualche centinaio (o anche meno) di anni fa, quando dopo cena i maschi intelligenti si rintanavano a fumare il sigaro nelle biblioteche, le donne, poverine, potevano accontentarsi di un salottino dove sorseggiare il tè.

Il confronto deve anche essere diretto: i Mgtow comunicano attraverso i social, i canali youtube, qualunque mezzo pur di evitare il faccia a faccia. Non devo dirlo io che questa sembra una strategia vigliacca e terribilmente infantile.

E ancora più preoccupante è il consenso che dilaga attorno a questa Manosphere, ovvero la rete di siti e blog di sostegno all’orgoglio e all’indipendenza maschile. Ma ancora peggio è il cosa c’è dietro. Per Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Sant’ Agostino di Milano, c’è un’incapacità di relazionarsi che diventa ansia, un’ansia che diventa frustrazione, una frustrazione che diventa rabbia. La bassa autostima produce una misoginia violenta e quasi disperata, incapace di accettare il nuovo ruolo di forza che le donne stanno conquistando. E’ l’ espressione di un mondo sempre più io – centrico: io e i miei diritti, io e i miei bisogni, io e la mia vita da solo.

Un fenomeno preoccupante che offende non solo il genere femminile, ma gli uomini stessi. Perché mi rifiuto di pensare che i nostri padri, fidanzati, fratelli, amici si sentano tutti ugualmente rappresentati da questo teatrino pessimo di misoginia. Mi rifiuto di pensare che sia uguale per tutti questa voglia di non rispetto, non ascolto, non compromesso, non comunicazione.

Che ci sia pure un sito Gentleman Only, che ce ne siano a migliaia, se serve a far sentire meno soli.

Ma che sia rispettoso nei confronti degli altri. Perché senza rispetto per l’altro, non siamo degni a nostra volta di essere rispettati, sia in quanto uomini che in quanto donne.

 

 

 

 

 

 

 

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