In linea di massima, tutti noi sappiamo che quando il nostro stomaco inizia a “brontolare” allora è il momento di mettere qualcosa sotto i denti. Allo stesso modo, il senso di sazietà è un segnale che il nostro corpo ci invia come segnale di stop relativamente all’assunzione di altro cibo. È sempre così? Non è, infatti, infrequente che alcune persone possano sentirsi spinte a continuare a mangiare, nonostante si sentano sazie. Se siete tra queste persone, allora dovreste leggere questo articolo (specialmente se state per mettervi a dieta).
L’allarme obesità
Due psicologi dell’università del Vermont hanno recentemente pubblicato una ricerca che ha indagato una delle possibili ragioni che contribuiscono ai comportamenti alimentari scorretti che portano all’obesità (con tutte le malattie correlate). Infatti, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’obesità è raddoppiata rispetto al 1980: in sostanza, paradossalmente, è responsabile di più morti prevenibili l’obesità che la malnutrizione. Altrettanto paradossale (apparentemente) è l’ipotesi dei due ricercatori. Vediamola assieme.
Dieta sì, dieta no
I due studiosi sostengono che la sazietà possa diventare uno stimolo che porta a mangiare, mentre la fame avrebbe l’effetto opposto. Quante volte sentiamo di “ricadute” di persone che dopo aver perso numerosi chili durante una dieta, tornano a strafogarsi di cibo una volta abbandonata? Secondo gli autori dello studio, questo è dovuto al fatto che le persone non riescono a trasferire le modalità di alimentazione apprese durante la dieta in altri contesti. Durante la dieta, un individuo apprenderebbe a inibire l’assunzione di cibo nonostante sia affamato (contesto-fame). Se dunque non ci è concesso mangiare quando si ha fame, l’alternativa consiste nel mangiare quando non si ha fame (contesto-sazietà). Questo porta l’individuo, paradossalmente, ad apprendere delle modalità di comportamento che portano a un ciclo controproducente in cui mangia quando è sazio e non lo fa quando ha fame.
Topi a dieta/topi in sovrappeso
Dunque, il senso di fame e sazietà (indicatori interni all’individuo) sembrano giocare un ruolo in tutto ciò, molto di più di quanto sembrano fare indicatori esterni come la presenza o il tipo di cibo. Per verificare le proprie ipotesi i ricercatori hanno studiato alcuni gruppi di topi. Stando ai risultati dello studio, i topi si comportano esattamente come descritto prima, indicando proprio come siano i segnali interni a rinforzare questi comportamenti. Sebbene si parli pur sempre di una ricerca fatta utilizzando il modello animale, i risultati sembrano spiegare la totale inefficacia delle diete estreme. E voi? Avete mai provato queste sensazioni? Se sì, avete resistito alla tentazione o avete ceduto? Fatecelo sapere con un commento!
Davide Camarda