Le piante possiedono una propria intelligenza vegetale. Stefano Mancuso, scienziato nostrano che ha dedicato tutta la sua vita allo studio delle piante, ha raccontato a La Vanguardia i risultati delle sue ultime ricerche.
Le straordinarie abilità percettive delle piante sono sconosciute ai più e sono poco studiate anche all’interno della comunità scientifica. Infatti solo il 3% degli scienziati di tutto il mondo si dedicano allo studio dell’intelligenza vegetale.
Stefano Mancuso è uno di quei pochi, e ha raccontato alla testata spagnola che non solo le piante sentono, ma a volte sentono anche più di noi. Infatti, riescono a percepire i campi magnetici e la presenza di agenti patogeni.
Inoltre, a modo loro sono capaci di ascoltare la musica. Infatti possono percepire le vibrazioni sonore. In particolare, quelle più basse, tra i 100 e i 500 Hz, “favoriscono la germinazione dei semi e la crescita delle piante”. Questo perché sono simili ai suoni della natura, ad esempio quello dell’acqua che scorre.
Il botanico invece sconsiglia di cantare e parlare alle piante, perché è una “perdita di tempo” che non produce alcun effetto su di esse.
Le piante comunicano tra di loro
Le piante non hanno narici, eppure percepiscono gli odori attraverso le molecole chimiche, “ogni odore è un messaggio”. Inoltre, “le radici producono suoni e sono capaci di percepirli e questo presuppone l’esistenza di una comunicazione sotterranea”.
Ma la scienza ha individuato un altro tipo di comunicazione tra le piante. Esse ‘parlano‘ con altre della stessa specie attraverso “molecole chimiche volatili”. Per esempio riescono ad avvertire le proprie ‘sorelle’ se c’è un pericolo. Se un insetto sta mangiando la foglia di una pianta, lei produce delle molecole che avvisano le altre piante che “c’è un attacco in corso” e questo messaggio può arrivare anche molto lontano.
Inoltre, per difendersi dagli insetti producono molecole velenose o proteine indigeste allo sgradito parassita. Alcune producono perfino sostanze che attirano altri insetti predatori che si cibano della specie che le sta attaccando.
L’esperimento canadese sugli abeti
Come se non fosse già abbastanza incredibile così, alcune piante sono in grado di “manipolare il cervello degli animali” attraverso particolari molecole chimiche che producono.
E per finire, riescono anche ad aiutare i propri simili in difficoltà. Una ricerca canadese ha infatti dimostrato che in condizioni di necessità le piante riescono a passarsi le sostanze nutritive. Gli studiosi isolarono un grande abete che non poteva avere accesso all’acqua. Gli abeti intorno a lui “gli passarono i propri nutrienti per anni per non farlo morire”. Il botanico tira le somme dicendo che “le piante sono organismi sociali tanto sofisticati ed evoluti quanto lo siamo noi”.
Il mistero delle piante
Secondo le ricerche di Mancuso, “le piante sono coscienti di cosa sono e di quello che le circonda” e sono capaci di risolvere i problemi. Per questo si può parlare di una vera e propria intelligenza vegetale.
Ma Mancuso ha aggiunto anche che delle piante sappiamo poco o nulla. Ignoriamo il 90% della loro storia, del loro mondo e del loro funzionamento. Invece, le piante hanno avuto degli affascinanti processi evolutivi che hanno prodotto milioni di soluzioni diverse. L’uomo potrebbe sfruttare una conoscenza più approfondita delle piante per migliorare le proprie tecnologie.
Betty Mammucari