Giuseppe Santonocito
Giuseppe Santonocito: psicologo e psicoterapeuta, saggista e traduttore, lavora a Firenze.
Si occupa di trattamenti brevi individuali, di coppia e familiari, privilegiando l’efficacia e l’efficienza d’intervento.
È attualmente referente scientifico di Medicitalia.it, il più importante portale di medicina online italiano.
Ha vissuto due anni in Brasile lavorando come libero professionista nel settore informatico.
È stato imprenditore nello sviluppo, produzione e vendita di apparecchiature diagnostiche biomedicali per neurologia e cardiologia.
Si è laureato all’Università di Firenze in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, con la tesi: “Lo stile comunicativo non verbale nella persuasione.”
Specializzato in psicoterapia breve strategica presso il Centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo, diretto da Giorgio Nardone.
L’Intervista: I miti del sesso
Il nuovo interessante lavoro di Giuseppe Santonocito è il libro: I miti del sesso, un viaggio nell’eros tra false credenze e scienza, a cura di Armando De Vincentiis, uscito il 26 febbraio scorso.
Il sesso e la sessualità sono una parte importante della vita di tutti. Il sesso è nella storia degli uomini, nei miti, nelle leggende, il sesso è uno dei piaceri della vita, e quindi, anche uno dei suoi problemi. Quanto il sesso influenza il quotidiano?
L’influenza che il sesso ha nel quotidiano può dipendere da vari fattori. Il dato di base, biologico, è che la natura ci fa venire al mondo per un unico scopo: sopravvivere e riprodurci. Quindi il sesso sta alla base di tutta la nostra vita. Ciò è ben espresso dalla saggezza popolare, che declina tale principio in modi più o meno grossolanamente espliciti. Poi ci sono le differenze di genere. L’importanza della sessualità è diversa fra uomini e donne, questo è spiegato nel libro. E infine possono esserci ragioni di ordine clinico nel far diventare la sessualità – o la mancanza di una vita sessuale normale – un problema o addirittura un’ossessione.
Nel tuo libro parli di miti e superstizioni legate al sesso, ci fai un esempio?
Uno dei miti più gettonati è quello del cosiddetto punto G. Molti ancora danno per scontato che la donna abbia un magico punto del piacere, accedendo al quale si sbloccherebbe ogni genere di possibilità. Per la donna, per ottenere il massimo del piacere. E per l’uomo, per sentirsi gratificato dell’essere riuscito a concederle un così grande piacere. In realtà il punto G si è visto recentemente essere non un punto, ma un sistema composto da vari elementi. Inoltre, mentre l’anatomia sessuale degli uomini è relativamente poco variabile, quella delle donne può variare molto. Quindi ogni donna può rispondere alle stimolazioni in modo sensibilmente diverso.
Ci sono differenze sostanziali tra sessualità femminile e maschile?
Sì, molte e sostanziali, come dicevo sopra a proposito dell’anatomia e del modo di rispondere a quali stimoli. Nel libro il tema è affrontato da vari punti di vista, ad esempio riguardo al desiderio, al modo e alla frequenza in cui si pensa al sesso e al bisogno di varietà. Persino in ambito religioso, cioè fra le persone che hanno fatto voto di castità, ci sono differenze nel modo in cui il sesso è sentito fra uomini e donne. Se c’è un’area in cui i propugnatori dell’uguaglianza forte uomo-donna hanno fallito – ammesso che ancora ne esistano – è proprio quella sessuale. Uomo e donna sono stati programmati dalla natura per comportarsi in modo diverso, e tale fatto ha origine proprio nella sessualità. Poi ci sono la cultura e l’educazione, certo, a fare da modificatori. Ma vengono dopo.
Chi è il bisessuale?
La bisessualità consiste nel sentirsi attratti da persone di entrambi i sessi. Negata da alcuni, e sebbene non sia facilissima da misurare, dato che l’orientamento sessuale non è rigidamente fisso nel tempo per tutti e per sempre, è però un fatto. Esistono persone che si sentono attratte da e hanno rapporti sessuali con persone di ambo i sessi.
Spesso sentiamo parlare in merito all’omosessualità di “contro natura” non è un po’ come affermare che la natura ha fatto un qualcosa contro se stessa?
Per tanto tempo i biologi evoluzionisti si sono posti proprio questa domanda, fra molte altre. Che senso può avere l’omosessualità da un punto di vista dell’evoluzione? Perché non si è gradatamente estinta? Si sa con certezza che almeno in parte è dovuto a fattori genetici. Quindi ci troviamo di fronte a un paradosso: come può essere dovuta alla genetica, se non porta alla riproduzione? Come fanno a tramandarsi i caratteri genetici dell’omosessualità, se gli omosessuali fanno meno figli degli eterosessuali?
Ci sono varie teorie al riguardo. Lo stesso gene può servire a tramandare caratteri completamente non correlati fra loro. Ad esempio i gatti dal pelo bianco e dagli occhi azzurri sono anche sordi. Tale scoperta è stata suggerita dall’osservazione che i gatti con un occhio azzurro e uno giallo sono sordi solo dal lato dell’occhio azzurro. Tale fenomeno è noto come pleiotropia. In questo modo, i geni responsabili dell’orientamento sessuale possono esserlo stati, un tempo, per altri caratteri che hanno goduto di un forte vantaggio riproduttivo. Ad esempio, una maggior capacità di suscitare empatia e vicinanza emotiva verso l’altro sesso. Sappiamo che molte donne hanno amici gay e tendono ad apprezzare gli uomini con caratteristiche comportamentali che suggeriscono buone doti genitoriali e di accudimento, come tratti somatici delicati e gentilezza. In tal modo, se questi tratti si trovano ad essere sullo stesso gene che codifica l’omosessualità, godranno insieme di un vantaggio genetico e verranno trasmessi entrambi alla prole.
Un’altra teoria ancor più elementare è che un “gene gay” che fa sentire il suo portatore attratto verso gli uomini, avrà un ovvio vantaggio riproduttivo finendo nel corpo di una donna. Se invece apparirà nel corpo di un uomo avremo un individuo omosessuale, ma a patto che tale evenienza rimanga relativamente rara, non inficerà il suo vantaggio evolutivo di essere trasmesso.
Altri ricercatori sostengono poi che le persone gay, pur non contribuendo direttamente a generare prole, possano comportarsi da “aiutanti del nido”, contribuendo al benessere della famiglia, prendendosi cura dei fratelli e sorelle ecc. Anche qui si avrebbe un certo vantaggio evolutivo, stavolta in un’ottica culturale/familiare e non più individuale. Parte del loro corredo genetico è condiviso con fratelli e sorelle e quindi sarà trasmesso alla prole.
Inoltre molte persone omosessuali hanno figli biologici. Quindi il carattere ereditario viene lo stesso trasmesso.
Infine, anche l’ambiente e l’educazione contribuiscono in parte nel determinare l’orientamento sessuale degli individui. Anche questo è trattato nel libro.
L’uomo è spesso ossessionato dall’essere il più virile, il più dotato, il migliore degli amanti. Da cosa dipende questa fissazione? Ed è solo maschile?
Si tratta in parte di un imperativo genetico. È la natura ad aver voluto la competizione intergenere e intragenere. Ma può diventare fissazione in senso clinico, cioè un disturbo ossessivo vero e proprio, oppure restare nell’ambito della normale competitività con i propri simili.
È un fenomeno anche femminile, con la differenza che l’uomo ha due occhi per guardare, mentre la donna ha due occhi per essere guardata, come sostiene un proverbio orientale. Estremizzando, l’uomo vuole essere il migliore per poter avere tutte le donne. La donna vuole essere la migliore in modo che il suo uomo scelga solo lei fra tutte. Maschile significa egoismo, femminile significa egocentrismo.
L’orientamento sessuale può cambiare nel corso della vita?
Sì, certo. Tipicamente durante la pubertà, ma più in generale in ogni fase della vita dell’individuo. Si chiama fluidità dell’orientamento sessuale e sembra interessare, cioè manifestarsi in modo più marcato, più le donne che gli uomini.
L’eiaculazione precoce è per l’uomo una situazione frustrante. Dipende da fattori fisici o psicologici?
La base è sempre fisica. L’evoluzione tende a premiare la brevità del rapporto sessuale, perché durante la copula gli individui sono esposti all’assalto dei predatori. Nell’essere umano, che solitamente non ha questo problema e che vuole prolungare il rapporto con la persona amata, è invece necessario un periodo di apprendistato per imparare il controllo dell’eiaculazione.
Tuttavia fattori di tipo clinico, tipicamente l’ansia, possono intervenire nel rendere difficile tale apprendimento.
A chi è rivolto il tuo libro?
A chiunque sia interessato allo stesso tempo ad avvicinarsi e ad approfondire l’argomento “miti del sesso”. Sia per conoscerli, sia per conoscere punti di vista alternativi e più corroborati dalla ricerca in campo scientifico.
Ringraziamo Giuseppe Santonocito per averci concesso questa intervista. Chi è interessato all’acquisto del libro può cliccare su: “I miti del sesso”
Andrea Ianez