Ogni anno, il calciomercato è l’assoluto protagonista dell’estate insieme ai tormentoni reggaeton e alle foto in spiaggia. Anche in un periodo strano e duro come questo, le notizie di trasferimenti al top e le bombe di mercato fanno sognare i tifosi tenendoli con il fiato sospeso. Pochi, però, sanno che il calciomercato ha origine nel lontano 1879 a Darwen, una cittadina industriale del Lancashire, con l’arrivo di James Love e Fergus Suter. Il successo della squadra fu accompagnata dall’entusiasmo della classe operaia che, per la prima volta, si vedeva rappresentata e sperava in un riscatto sociale.
Fergie iniziò a giocare nel Partick Thistle di Glasgow, squadra fondata da William Kirkham, un giovane operaio di Darwen arrivato in Scozia per trovare lavoro. Nei tre anni al club, Fergus Suter conobbe e legò molto con James Love, bomber di razza destinato ad essere uno dei più grandi dell’epoca. Dopo tre stagioni incredibili, Kirkham ritornò a Darwen ed entrò nella squadra locale. Il ricordo di quei due talenti scozzesi, però, continuava ad ossessionarlo stuzzicando la sua fantasia. L’alba di una nuova era calcistica era alle porte ed il destino bussava alle porte del Darwen.
Il calcio nei college e la lotta al professionismo
Lo sport più amato al mondo era inizialmente riservato solo all’élite e agli ex-studenti dei college più prestigiosi d’Inghilterra. Nel 1863, la neonata Football Association (FA), da cui prenderà nome la FA Cup, stabilì un regolamento comune per tutte le squadre iscritte al campionato. Con la diffusione del calcio nelle fabbriche e tra i ceti più bassi, l’egemonia dei college era destinata a finire. Il 1882, infatti, fu l’ultimo anno in cui una squadra di ex-studenti, gli Old Carthusians, vinsero una FA Cup. Le industrie del Lancashire divennero presto il motore della diffusione del calcio, considerato una valvola di sfogo per la classe operaia. Come ultimo ed estremo tentativo di salvaguardare il gioco, la FA vietò categoricamente ad ogni società di stipendiare un giocatore o di acquistarne le prestazioni.
Fergus Suter e James Love al Darwen
Il 1878 fu l’anno della svolta. Spinto ad abbandonare Glasgow ed i compagni del Partick a causa dei debiti, James Love raggiunse Kirkham a Darwen. Dopo alcune settimane, anche Fergus Suter decise di seguire l’amico per trovare lavoro. I due entrarono a far parte della squadra di William Kirkham e ricevettero un lavoro fittizio che potesse giustificare il loro stipendio da calciatori. La straordinaria, e già collaudata, intesa tra Love e Suter portò il Darwen a competere con le squadre d’élite. Difensore esile ma estremamente rapido e tecnico, Fergus Suter aveva una visione di gioco del tutto rivoluzionaria ed una capacità nell’anticipo fuori dal comune. I suoi assist al bacio mandavano in gol James Love, predatore da area di rigore che, con la sua stazza, impensieriva ogni difesa avversaria.
In un calcio ancora basato sul “kick and yush“, letteralmente “calcia e corri”, fatto da otto attaccanti proiettati verso la porta avversaria e privo di ruoli precisi o collaborazione tra giocatori, il gioco di Fergus Suter sorprese tutti. Mentre gli altri puntavano esclusivamente sull’individualità, pensando a correre verso la porta avversaria per segnare, la coppia Love-Suter propose una strategia del tutto diversa. Altruismo, passaggi e tempismo nei dribbling divennero le parole chiave di quella squadra che Fergie guidò da allenatore-giocatore.
La sfida agli Old Carthusians di Arthur Kinnaird
A meno di un anno dall’arrivo a Darwen, i due trainarono la squadra a degli storici quarti di finale contro i londinesi dell’Old Carthusians. In svantaggio per 5 a 1 nel primo tempo, Kirkham e compagni rimontarono gli avversari e conclusero la seconda metà di gioco sul 5 a 5. Temendo una disfatta, gli Old Boys rifiutarono di giocare i supplementari e stabilirono una seconda sfida la settimana successiva, terminata poi sul 2 a 2 dopo i tempi aggiuntivi. Solo il terzo match decretò la vittoria dei londinesi sugli avversari, stremati dalle trasferte e dal lavoro in fabbrica e non avvezzi ad una vita privilegiata. Lo stile di gioco e la passione di Fergus Suter, però, colpirono Arthur Kinnaird, stella più luminosa del calcio dell’epoca.
Nato in una famiglia benestante, il giovane Kinnaird primeggiò in tutti i campionati scolastici, avvicinandosi al gioco del football a 16 anni. Ciò che spiccava, al pari del talento cristallino che esibiva in ogni match, era la sua incredibile voglia di vincere che lo portò a conquistare 5 FA Cup in carriera. Questa caratteristica dell’attaccante inglese lo accomuna ad un altro gigante del calcio, Cristiano Ronaldo. La formazione 2 – 2 – 6 degli Old Carthusians gli permetteva di essere decisivo anche in fase difensiva, con tackles decisi ed una buona fase di copertura. Gentiluomo attento alle esigenze della classe operaia, Lord Kinnaird fu anche presidente della Football Association, dal 1890 al 1923.
Fergus Suter al Blackburn Rovers
Nel 1880, dopo appena due anni al Darwen, Fergus Suter venne ingaggiato dai rivali storici del Blackburn Rovers. L’ambizioso colpo di mercato puntava a rinforzare una rosa estremamente competitiva che si stava facendo notare negli ultimi anni. In un periodo storico in cui il salario medio di un operaio era spesso inferiore alle due sterline a settimana, uno stipendio “semi-fisso” per giocare a calcio era il passe-partout per una vita migliore. La prima finale di FA Cup conquistata dallo scozzese con la nuova divisa fu nel 1882, anche se la prima vittoria arrivò due anni più tardi. Motivati dal trionfo dei rivali cittadini del Blackburn Olympic, nel 1883, i ragazzi capitanati da Fergus Suter conquistarono l’ambito trofeo per 3 stagioni consecutive, dal 1884 al 1886, spezzando definitivamente l’egemonia degli Old Boys.
Non dimenticatevi di me
Ben diversa fu la vita di James Love dopo la parentesi con il Darwen. Arruolatosi nella Marina Reale Britannica per non tornare in Scozia, combatté in Egitto per sedare la rivolta nazionalista di Aḥmad ʿOrābī. Nonostante la prestigiosa vittoria, Love si spense lontano dal tanto amato campo da calcio a causa di una malattia. Mai ritratto in foto, il suo nome è rimasto per troppo tempo dimenticato assieme a quelli di tanti altri soldati morti in terra straniera. Sarebbe doveroso, quando si parla di calciomercato o semplicemente di calcio, ricordarsi anche di lui, il gigante buono che per primo, insieme all’esile Fergus Suter, inaugurò una nuova era dello sport più amato del mondo.
Alessandro Gargiulo