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Francesco d’Assisi, l’amore per tutte le creature e la povertà che può diventare “perfetta letizia”

di Aurora Colantonio
04 Ott 2024
in Cultura
Tempo di letturaMin Lettura
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San Francesco
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Tra il 1181 e il 1226 visse San Francesco d’Assisi, un uomo che insegnò a chiunque volle spontaneamente seguirlo che l’assoluta povertà poteva essere “perfetta letizia”. Nato Giovanni di Pietro di Bernardone, Santo Patrono d’Italia, protettore degli animali, sommo poeta e filosofo, Francesco d’Assisi è stato in primis un ribelle. Il primo vero atto di ribellione fu quello verso la sua benestante famiglia, quello più influente fu verso l’istituzione che all’epoca governava sia la legge che lo spirito: la Chiesa Cattolica. Mille anni fa quest’uomo si è spogliato di ogni avere e ha scelto di vivere tra la natura e gli animali, facendosi guidare dalla compassione e dall’amore per tutte le creature e lasciando all’umanità un messaggio universale tuttora attuale: non è il potere a rendere felici le persone, solo l’amore per il prossimo può.

Il viaggio della conversione: la rivoluzione dello spirito di San Francesco è partita dalla natura

Novecento anni fa l’Italia è divisa tra guelfi e ghibellini e le dinamiche sociali sono le solite: guerra, carestie, morte, distruzione, potere e malessere generale. Francesco vive ad Assisi, suo padre è il benestante mercante di stoffe Pietro di Bernardone e la cittadina umbra è in guerra con Perugia. Come tutti i giovani assisani, Francesco parte per il fronte, ma si ammala gravemente e decide di tornare a casa. Sulla strada del ritorno, dentro di lui prende vita una nuova consapevolezza e comincia a trovare conforto nella parola di Gesù e nella comunione con la natura. Il viaggio di ritorno cambia per sempre Francesco.

Da quel momento in poi, il cuore di Francesco si apre alla compassione e all’amore per il prossimo. Come Gesù, Francesco bacia e abbraccia un lebbroso, decide di spogliarsi di tutti i suoi averi e comincia a regalare le stoffe da vendere al mercato. Disgustato dalla violenza quotidiana, dalla poca spiritualità e dalla dilagante corruzione terrena, Francesco d’Assisi decide di allontanarsi dalla famiglia per vivere in assoluta povertà e coltivando il suo smisurato amore per la natura.

Nel canto degli uccelli, nel vento e nei ruscelli Francesco capisce la vera essenza della vita e rinasce con lo spirito lontano dalla Chiesa Cattolica, abbracciando la filosofia dell’assoluta povertà. La curiosità di chi avverte la stessa stanchezza nell’anima non rimane indifferente alle voci sull’uomo che ha deciso di vivere nei boschi, pregando con i lupi e cibandosi dei doni della natura.

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Guidato dal verbo di Gesù, con costanza Francesco comincia a costruire uno stile di vita alternativo caratterizzato dalla pace e dalla serenità e, insieme a chi spontaneamente decide di seguirlo, dà vita ad una filosofia religiosa diametralmente opposta a quella osannata dalla dorata Chiesa Cattolica. Partendo dalla ristrutturazione di una chiesetta diroccata e dedicata a San Damiano, Francesco fonda l’Ordine dei Francescani, assolutamente povero e casto.

La spiritualità francescana attraverso il Cantico delle Creature e il Tau

L’amore che Francesco prova nei confronti di tutto il creato si tramuta presto in una vera e propria rivoluzione culturale basata sulla comunione e sulla fraternità. L’Italia, divisa e infettata dai giochi di potere, diventa protagonista di una nuova unione, quella linguistica. Nel tentativo di esprimere l’amore per Dio e per le sue opere, Francesco scrive il meraviglioso Cantico delle Creature. Anche la stesura del testo è rivoluzionaria, il Cantico delle Creature è il primo poema nella divisiva storia italiana ad essere pubblicato in lingua volgare, il linguaggio parlato dal popolo.

Nel tentativo di far comprendere a più persone possibili le lodi di Dio, da sempre tramandate in latino, Francesco d’Assisi pone le basi della lingua italiana e rompe gli schemi imposti dall’elite ecclesiastica, gelosa custode del sapere. Con una semplicità disarmante e senza avere risorse economiche, il ribelle Francesco ha dimostrato che la vera forza è quella dello spirito; con il cuore colmo di amore, Francesco ha cambiato per sempre la storia e il suo messaggio si è diffuso in tutto il mondo.

L’unicità di Francesco d’Assisi è testimoniata anche dalla popolarità del Tau, il simbolo della spiritualità francescana. Il Tau rappresenta un invito alla pace, all’adozione di uno stile di vita semplice e a coltivare la compassione verso gli altri. La firma di Francesco è ispirata alla connessione con la natura e tutto nel Tau richiama all’amore universale di Francesco per ogni creatura di Dio.

Tra il 1181 e il 1226 visse un uomo il cui pensiero era avanti di almeno mille anni, ma lui è un Santo e la santità è una questione divina. L’umanità è terrena ed è imperfetta, sono i Santi ad essere perfetti. Ciò non significa che l’umanità non possa ispirarsi al messaggio che le creature divine hanno tramandato per migliorare la vita dei comuni mortali. Se si dovesse da qualche parte cominciare, dovrebbe essere dalla compassione per il prossimo: San Francesco mille anni fa capì che il creato è connesso e che solo l’amore, il rispetto per ogni essere vivente e la fraternità possono aiutarci a trovare il vero significato della vita, oggi più che mai.

 

Aurora Colantonio

Tags: CanticoDelleCreaturechiesacattolicaFrancescoD'AssisiSanFrancesco
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